VIDEO – Primavera, intervista a Matteo Anzolin: “La Juventus uno spettacolo, fin da piccolo sognavo di giocarci”

Difensore duttile, nasce centrale ma all’occorrenza anche terzino sinistro, è arrivato in questa stagione nella Juventus Primavera Matteo Anzolin. Parlando dei suoi inizi da bambino, della Juve, della nazionale e del campionato in corso, il giovane classe 2000 bianconero si è raccontato in un’intervista ai microfoni di Juventus TV. Ecco in sintesi le sue dichiarazioni che vi proponiamo.

CALCIO – «La passione per il calcio è nata fin da piccolo, a 3-4 anni. Mio padre mi faceva vedere le partite di calcio, e della Juve in particolare perchè eravamo tifosi, mi portava a giocare al campetto vicino casa e si “arrabbiava” quando usavo poco il piede debole (destro). Poi a 6 anni ho iniziato a giocare nella Lugugnana, la squadra del mio paese, ho cambiato altre 2-3 società prima del Vicenza, e la scorsa estate sono arrivato alla Juventus».

JUVENTUS – «E’ stato spettacolare arrivare qui, una cosa inspiegabile. Alla notizia di poter venire a Vinovo non ci ho pensato 2 volte. Ho legato con tutto il gruppo ma in poarticolare col gruppo 2000, a partire dai compagni che già conoscevo in nazionale».

INIZIO – «Inizialmente giocavo più come centrocampista, poi verso i 10-11 anni ho iniziato stabilmente a giocare come difensore centrale o terzino. Sono un tipo di difensore che gioca con intelligenza, osservo bene le situazioni di campo prima di intervenire. Devo migliorare invece nella cattiveria agonistica, esser meno pulito ma più difensore vero».

NAZIONALE – «Giocare per il proprio paese è unico. Quest’anno poi sono anche il capitano del gruppo, un’importanza ancora maggiore, giocare in nazionale è il sogno di tutti i bambini. La prossima settimana abbiamo un’amichevole in Svizzera, e il prossimo giugno ad Aragona (Spagna) affronteremomo i Giochi del Mediterraneo».

PRMO GOL – «E’ stato inaspettato. Entrai a freddo negli ultimi minuti di Napoli-Juventus per sostituire un compagno che aveva avuto i crampi, senza fare riscaldamento quindi. Su un calcio d’angolo, Vogliacco mi ha messo una bella sponda, e col destro – e con un pizzico di fortuna – la palla è entrata all’angolino».

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