Si avvicina la 19esima giornata di campionato di Serie A che vedrà la Juventus affrontare in trasferta l’Hellas Verona. Nelle fila dei gialloblu milita anche Moise Bioty Kean, talentuoso attaccante classe 2000 sbocciato in bianconero e ora in prestito all’Hellas. Kean è stato intervistato in esclusiva sull’edizione odierna di Tuttosport. Queste le sue dichiarazioni più significative:

HELLAS VERONA – «Quando ho scelto il Verona, non ho fatto calcoli su quanti minuti avrei giocato, mi sono detto semplicemente: “Vado là per guadagnarmi il posto”. Sono soddisfatto di questi mesi, ma posso e devo dare di più per la squadra e per i tifosi. Ho 17 anni e so di dover migliorare ancora molto. Dove? Soprattutto nel calciare di sinistro: col Milan ho segnato col mancino e mi ha fatto un gran piacere, mi ha ripagato degli sforzi che sto facendo per migliorarmi. Segnare a Donnarumma? Gigio è un amico. Abbiamo parlato prima della partita, poi non ci siamo più incrociati. E’ uno dei portieri più forti al mondo. Più che far gol a lui è stato emozionante segnare contro il Milan. Ma lì per lì il primo pensiero è stato: “Adesso devo provare a farne un altro, dobbiamo vincere“».

RAIOLA – «Mino mi dice sempre di giocare il mio calcio e di prendere esempio da un campione come Ibrahimovic. Ci ha fatto conoscere, andiamo molto d’accordo Zlatan ed io. Di lui vorrei avere la serietà nel lavoro e la cattiveria. Tra i miei attaccanti preferiti c’è anche Balotelli e pure con lui ho un buon rapporto. Di Mario apprezzo la tecnica e la velocità. L’etichetta di “nuovo Balotelli”? Mi piace Mario come attaccante. Ma lui è Balotelli e io sono Kean».

JUVENTUS – «Sarà sicuramente emozionante giocare sabato contro la Juve, ma la affronterò come se di fronte avessi il Milan: nei miei pensieri c’è solo il Verona, ora. Il mio amico Sturaro mi ha scritto dopo la rete al Milan, sarà bello riabbracciare lui e tutti gli altri. Se segno? Non esulto. Mi piacerebbe scambiare la maglia con Marchisio o Buffon, anche se ho letto che Gigi forse non recupererà. Con me è sempre speciale, mi ha soprannominato cucciolo e mi ha trattato come un figlio l’anno scorso. Per la differenza di età in teoria potrei esserlo davvero. E’ talmente alla mano che finisco per dargli del tu anche io. Rapporto con Allegri? Buono. Con me è stato sempre duro, ma per il mio bene: ha visto tanti talenti bruciarsi e ha voluto evitare che mi potessi montare la testa. Lo ringrazierò sempre. Un episodio in cui si è molto arrabbiato? Non si può dire… (risata). Dybala? Mi viene in mente una partitella allo Stadium e un controllo al volo di Paulo pazzesco. Ho pensato avesse una calamita nel piede. E’ incredibile, lui quel gesto lo ha compiuto come fosse la cosa più semplice del mondo».

SOGNI, TORINO E TATUAGGI… – «Cosa sogno? Un gol di testa in finale di Champions… contro una squadra spagnola. Firmerei per 10 gol stagionali? 10 o di più… conta solo che siano utili per salvarci. Di Torino mi mancano le passeggiate in piazza Vittorio. Ma a Verona sto benissimo, la città è bella e si mangia bene: ho un debole per l’ossobuco. I miei tatuaggi? Tutti hanno un significato, e sono legato a tutti. Ad esempio sul braccio ho raffigurato un cielo con delle scale che portano al Paradiso: per salire le scale devi fare fatica, esattamente come per andare in Paradiso».